Dentro c’è una strada per Parigi
Postato in I LIBRI DEL MESE il April 11, 2014 da admin01 – 17 CommentsAdèle si aggira per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant’anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d’arte al posto di calzolai, corniciai e botteghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lunga e rassicurante fila di negozietti di un tempo.
Adèle è sola. Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n’è andato, Adèle ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come «una statua con gli occhi strabuzzati», ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con una bambina piccola nell’appartamento affianco al suo.
Fino a qualche tempo fa Martha divideva casa con Marc e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi.
Ora, dopo aver accompagnato la piccola Eline a scuola, fa colazione da sola con le calze ai piedi e le briciole dei biscotti della figlia sul tavolo. Un modo come un altro per ritardare l’inizio della giornata. A volte se ne va al parco e a zonzo per il quartiere con Eline recitando filastrocche, cantando e rientrando col pane dell’ultima sfornata. A volte sale al piano di sopra e, per guadagnare qualcosa, rigoverna l’appartamento di Jacob Lundman, un uomo con una voce profonda e morbida e gli occhi così neri che la pupilla si confonde con l’iride.
Adèle piace così tanto a Eline che la piccola non capisce perché non vivano insieme dato che abitano sullo stesso pianerottolo, porta a porta, e dato che Adèle è sola e anche loro lo sono. Eline le lascia ogni tanto dei disegni sullo zerbino e Adèle risponde con delle caramelle, dei biglietti di ringraziamento o delle filastrocche che la bambina recita con la madre prima di dormire, come una preghiera.
Adéle, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che li riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l’amore, «il dolore più grande e la più grande consolazione» secondo le parole di Adéle, non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c’è una strada per Parigi.
Romanzo finalista del Premio Neri Pozza 2013.
«Nòvita Amadei fa il suo ingresso sontuoso nella narrativa italiana contemporanea con un romanzo che colpisce al cuore delle donne, toccando le corde del desiderio di maternità e della forza morale delle donne».
Sandra Petrignani
«Un romanzo di delicata e struggente sensibilità che sorprende per maturità e bellezza dello stile».
Stefano Malatesta
Nòvita Amadei è nata a Parma nel 1978. Per motivi familiari e professionali ha soggiornato in diversi Paesi, tra cui anche a Parigi. Attualmente vive a Marsiglia. Dopo aver lavorato come ricercatrice e formatrice all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) a Roma, dal 2008 è coordinatrice del programma francese di reinserimento dei rifugiati. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e di racconti che hanno vinto premi letterari italiani. Dentro c’è una strada per Parigi è il suo primo romanzo.