Côte d’Azur – dove andavano i ricchi quando volevano divertirsi sul serio

Mary S. Lovell

Ancora oggi la Costa Azzurra è sinonimo di glamour. Ma prima che la democratizzazione dei tragitti in aereo rendesse accessibili certe mete, la Costa Azzurra aveva un’aura di sofisticatezza e ricchezza alla portata solo dei più abbienti. Per i lettori di riviste di cinema o delle rubriche di pettegolezzi mondani, era un mondo favoloso di privilegi ed eccessi popolato da celebrità, membri delle famiglie reali europee o star di Hollywood, che eleggevano residenza o soggiornavano per le vacanze in meravigliose ville bianche ombreggiate dai pini sulla costa del Mediterraneo.

Côte d’Azur racconta la storia di una di queste ville, l’opulento Château de l’Horizon, costruito nel 1932 tra Cannes e Antibes per la ricca attrice americana Maxine Elliott, che vi ospitò numerosi amici, tutti dotati di ricchezza, bellezza, prestigio o fama. Nel glorioso periodo tra le due guerre, se eri uno dei fortunati ospiti, ti sedevi a tavola con l’Aga Khan, Winston Churchill o il duca di Windsor, e le signore che scendevano le scale in abiti Balenciaga per bere l’aperitivo con voi potevano chiamarsi Wallis Simpson, Rita Hayworth o Coco Chanel, mentre Noel Coward suonava e cantava per intrattenere i personaggi di riguardo. Dopo il 1945 la dimora cambiò proprietario, che portò con sé un nuovo gruppo di protagonisti: Ali Khan, che riempì la piscina con litri e litri di profumo, forse per addolcire lo sfortunato matrimonio con Rita Hayworth, ricordato ancora oggi come uno dei più pretenziosi della Riviera francese, con Gianni Agnelli e la sua amante Pamela Digby (più tardi Harriman, cortigiana e prima ambasciatrice americana in Francia), Aristotle Onassis, Errol Flynn e i Kennedy tra i visitatori.

In realtà questi personaggi tanto in vista, che gustavano quanto di meglio la vita aveva da offrire, in termini di privilegi ed eccessi, avevano gli stessi problemi di chiunque altro: il fallimento di una relazione, una storia d’amore finita male. I drammi privati e gli scandali pubblici causavano le stesse sofferenze ai miliardari e alle persone normali che rincasavano con la paga settimanale in una busta marrone ogni venerdì sera.

Anche se esiste ancora, la splendida villa bianca progettata dall’importante architetto Art Déco Barry Dierks è ormai appena riconoscibile, essendo stata integrata in un massiccio palazzo arabo rosa, circondato da alte barriere di sicurezza per scongiurare l’eventualità che un passante curioso intraveda il re saudita che ora ne è il proprietario, e che vi soggiorna per un giorno o due ogni dieci anni.

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