Il libro del mese di gennaio: Le conseguenze, di Richard Russo

Alla fine degli anni Sessanta il Minerva, nel Connecticut, è all’apparenza un college in tutto simile alle università della West Coast, in cui infuria la rivolta studentesca.
Come a Berkeley i ragazzi portano i capelli lunghi, jeans scoloriti e magliette psichedeliche. Nei dormitori fumano erba, ascoltando i Doors e i Buffalo Springfield. Il primo dicembre 1969, davanti a un minuscolo televisore in bianco e nero, in una stanza del college, tre di questi ragazzi, Lincoln Moser, Teddy Novak e Mickey Girardi, assistono, in trepida attesa, alla prima lotteria nazionale di reclutamento dei soldati che, estratti a sorte per giorno di nascita, vengono spediti in Vietnam. Come tutti quelli nati tra il 1944 e il 1950, i tre conoscono le possibilità che quel sorteggio riserva: morire di morte violenta in guerra, scappare in Canada o disertare e languire in una prigione degli Stati Uniti.
Al Minerva, i ragazzi sono noti per il profondo legame esistente tra loro. Tre moschettieri diversi eppure indissolubilmente uniti: Lincoln Moser, cresciuto in Arizona, è tanto bello da essere soprannominato «Face man»; Teddy Novak, figlio unico di due insegnanti d’inglese, è minuto, poco atletico e dalle ossa sottili; Mickey Girardi, che proviene da un quartiere operaio famoso per i culturisti, le Harley e le feste etniche, è grande più o meno come un armadio a muro.

Tre giovani moschettieri che, con il loro bellissimo d’Artagnan, Jacy Calloway, la ragazza della quale sono innamorati tutti e tre, formano un inseparabile e invidiato quartetto. La lotteria del destino è, tuttavia, in agguato, gravida, come sempre, di fatali e inarrestabili conseguenze.

In un fine settimana del Memorial Day del 1971, sull’isola di Martha’s Vineyard, dove i quattro amici si recano per trascorrere l’ultimo weekend prima della laurea, Jacy Calloway scompare. Svanita nel nulla, senza lasciare alcuna traccia di sè. Mickey per ritornare a quella misteriosa sparizione, quando, su invito di Lincoln, in un mite giorno di settembre, i tre si ritroveranno, ormai sessantenni, a Martha’s Vineyard. In un crescendo di tensione e sospetti, rievocheranno ogni parola o gesto di quel fine settimana di quarantaquattro anni prima, ignari del fatto che non vi è nulla di più pericoloso che riportare in superficie ciò che si riteneva sepolto per sempre.
A dieci anni dal suo ultimo libro, Richard Russo, uno dei grandi protagonisti della scena letteraria americana contemporanea, Premio Pulitzer con Il declino dell’impero Whiting, torna con un romanzo potente, un’opera che indaga «il sottile equilibrio tra decisione e destino, scelta e fatalità» (Guardian).

«Un romanzo sull’amicizia maschile, sui padri e sui figli, sui conflitti sociali e sugli amori che durano una vita». Kirkus Reviews

«Le storie di Richard Russo narrano della follia umana in un tono di sardonica comprensione che, nell’edificio dello stile americano, lo colloca su un sofisticato piano, tra la complessitα poetica di John Updike e lo sguardo gentile di Anne Tyler». Guardian

 

Richard Russo è nato a Johnstown, New York, nel 1949. Laureato all’università dell’Arizona, docente universitario al Colby College per molti anni, ha scritto opere che hanno riscosso grande successo di pubblico e di critica, tra le quali si segnalano Mohawk, Nobody’s Fool, portato sullo schermo da Paul Newman, Straight Man e, soprattutto, Empire Falls (Il declino dell’impero Whiting, Beat 2021), romanzo vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa
nel 2002.

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14 thoughts on “Il libro del mese di gennaio: Le conseguenze, di Richard Russo

  1. Comincia con i soliloqui di tre amici in procinto di incontrarsi dopo più di quarant’anni.
    Man mano che le pagine avanzano ci addentriamo in un giallo denso ; alla fine si ricompone in una storia potente capace di mostrare variabili del destino umano sorprendenti ben ancorate al loro tempo . Quel che più colpisce tuttavia in ”Le conseguenze” di Richard Russo, apprezzato scrittore americano ora in uscita da Neri Pozza ,è l’originalità della costruzione.
    Teddy, Lincol e Mickey, americani della generazione di leva ai tempi della guerra del Vietnam, ci vengono presentati a monte di vite diverse . In comune hanno l’amicizia intensa degli anni al college, rafforzata dal lavoro per mantenersi agli studi e dall’amore segreto per la stessa ragazza Jacy, compagna di quel periodo. Si incontrano nella casa di uno di loro proprio dove si erano visti l’ultima volta e ciascuno a modo suo torna con la memoria a quel fine settimana di tanti anni fa. Manca la ragazza di cui non si è saputo più niente. Quell’assenza, finalmente posta a tema nell’interiorità di ognuno, scatena indagini vere e proprie nel caso del pragmatico Lincol, destabilizzazioni emotive nel caso di Teddy o impenetrabili comportamenti da parte di Mickey, il musicista fuggito per evitare di partire per il Vietnam.
    Uno dei pregi del romanzo è mostrare come il presente di ciascuno dei tre sia conseguenza di ciò che è venuto prima. Il confronto con i padri e le madri è vivo e prosegue anche dopo la morte senza nulla togliere ai geni a volte determinanti. Ma anche il caso ha il suo peso . Da un gesto istintivo derivano accadimenti impensati come se a decidere delle nostre vite non fossimo mai solo noi.
    Il lettore si trova immerso nel flusso di coscienza di ciascuno dei tre, in una posizione di intimità tale da conoscere i pensieri ancora prima delle azioni. Ha difronte a sé lo spettacolo del lavoro mentale messo allo scoperto tra memoria smangiata ed emozioni scoperchiate. Questa dimensione consente una compresenza di presente e passato che rende palpabile lo spessore del cambiamento.
    Come se fossimo veri invitati possiamo guardare all’uno e all’altro e apprendere via via il retroscena della storia.
    In una scrittura tanto fluida da sembrare liquida la maestria sta nel portarci a un soffio da quel che tutti stiamo aspettando e dribblare con disinvoltura lasciando al lettore un tempo supplementare per l’immaginazione.

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  2. Tre ragazzi americani, Lincoln, Teddy e Mickey, si incontrano ultrasessantenni nello stesso posto, l’isola di Martha’s Vineyard dove, quarantaquattro anni prima, avevano trascorso l’ultimo fine settimana prima della laurea, quello del Memorial Day del 1971, un momento felice a cui aveva preso parte anche Jacy una compagnia di cui tutti e tre erano innamorati e che in quella circostanza scompare senza lasciare traccia.
    Attraverso un flusso di coscienza crescente vengono alla luce emozioni e fatti che erano rimasti nascosti per anni e il lettore, attraverso una costruzione originale, viene lentamente coinvolto nello sviluppo delle vicende e vive le emozioni di chi legge un romanzo giallo. Oltre alla vicenda in sé, all’autore va il grande merito di aver dimostrato, per convincere ulteriormente chi non lo volesse accettare, che le conseguenze della vita che ognuno di noi si trova a vivere sono quelle perché derivano da tutto ciò che è avvenuto prima e a cui non è possibile sfuggire. Nel racconto presente e passato si alternano e testimoniano i cambiamenti avvenuti. E il lettore partecipa a quegli accadimenti che ci raccontano, l’amicizia, il conflitto tra genitori e figli, i conflitti sociali, la guerra del Vietnam, come se stesse assistendo alla visione di una pellicola.

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  3. C’è un andamento circolare nel nuovo romanzo di Richard Russo, c’è un luogo dove il cerchio si apre e si chiude, dove l’inizio e la fine della vicenda narrata tornano a combaciare quasi a voler trovare la quiete nel dipanarsi di una storia fatta di vite travagliate, un tempo lungo quarant’anni e angoli bui in cui si cerca di far luce per ritrovare l’innocenza originaria, il candore di una amicizia mai venuta meno, un sentimento d’amore condiviso e mai spento. Ci sono tre uomini adulti, stati ragazzi, e una ragazza che non è mai divenuta adulta perché il destino non glielo ha permesso, una casa, un prato, un vicino indisponente e violento, e tocchi di storia americana, i college di prestigio variabile a seconda di chi li frequenta, il Vietnam, la guerra che ha distorto la vita di una intera generazione, barbecue domenicali annaffiati di copiose casse di birra, marijuana e sballo, la crisi economica e finanziaria del 2008. Lincoln, Teddy e Mickey sono tre amici che di uguale hanno l’età, la frequentazione dello stesso college, la spada di Damocle della lotteria della nascita per andare in guerra e storie familiari in bilico tra blanda normalità e assenza. Divergono in tutto il resto, nell’aspetto fisico e nel carattere. C’è però un’altra cosa che li accomuna. Sono innamorati della stessa ragazza, un amore forte, totale, ma tenuto a bada per non incrinare un’amicizia che si rivelerà essere inattaccabile, nonostante il tempo trascorso, nonostante l’oscura storia che cadrà sui loro destini, nonostante i dubbi che incrinano le più sentite profferte di trasparenza e verità. Jacy è la ragazza bellissima che fa parte della loro esistenza, condivide l’amicizia, la fuga sull’isola di Vineyard, il disappunto per la chiamata alle armi e scomparirà misteriosamente lasciando il lettore in una sorta di sospensione pacata, mai spinta al limite di una suspense pruriginosa, inducendolo semmai a una trepidazione coinvolgente. La narrazione si snoda attraverso capitoli che, tessendo l’intera vicenda, focalizzano l’esistenza di ogni protagonista mettendone in luce le fragilità psicologiche, i rapporti con i genitori, la difficoltà generazionale di condividerne il pensiero e il modo di vivere. Continui flashback tengono desta l’attenzione come a voler scavare in un passato che ha l’unico scopo di riportare alla luce ciò che il tempo ha nascosto, ossia la scomparsa di Jacy, ma non solo, anche il suo passato sul quale lei ha tenacemente taciuto. E allusioni che spingono il tono della vicenda tutta su un piano di umano sconcerto, di coinvolgimento emotivo, di rispetto per l’accaduto.
    Sulle tracce di Jacy ognuno ritroverà se stesso e permetterà agli altri di conoscerlo meglio e di cementare quell’amicizia che rinsalderà il cerchio. Sul solco della storia antica la vita continuerà a scorrere con attori vecchi e nuovi, a sottolineare forse l’inarrestabile procedere del tempo che a volte la pietà e un affetto antico riescono a rendere più sopportabile.

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  4. È un romanzo introspettivo. La realtà si dispiega attraverso i vissuti e i sentimenti dei personaggi. Tant’è che mi sembrava di leggere una versione asessuata di Sex & The City, ma tutta al maschile. La lettura è scorrevole nonostante i numerosi flashback, più o meno rilevanti al lettore.
    I tre protagonisti Lincoln, Teddy e Mickey sono ben introdotti dall’autore, sono legati da un’amicizia che dura negli anni anche se forze esterne cercano di contrastarla. Nel romanzo emergono le differenze di classe: il contrasto fra l’ipocrisia dei ceti alti e la genuinità di quelli più bassi. Il tema della guerra del Vietnam è solo accennato, sebbene in più punti. Poi la figura sconvolgente è la bellissima Jacy di cui tutti si innamorano ma che misteriosamente sparisce facendo ipotizzare il peggio. Il romanzo risolverà il mistero in un’amichevole confessione. Nella storia c’è molto alcolismo, forse anche come una silenziosa denuncia ai danni che fa.
    Mi sento vicina alla sincerità e bonta’ di Teddy, nonché alla sua marcata spiritualità.

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  5. Cosa c’è in questo bel libro?La prima lotteria delle date di nascita per i ragazzi che devono partire per il Vietnam. C’è il 1971 e poi il 2015.Ci sono tre amici che si ritrovano dopo 44 anni sull’isola dove avevano trascorso un w end anche con LEI.Lei che è scomparsa!Un intreccio di racconto tra i personaggi, il presente con il passato. Un continuo passare da un capo all’altro per arrivare alla fine e montare tutto il puzzle.Bello mi è piaciuto è stata un’ottima compagnia. Yacy nel❤️

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  6. Bello! Un libro che si legge d’un fiato non solo per scoprire cosa sia successo alla splendida Jacy di cui tutti sono innamorati, ma anche per conoscere questi 3 uomini le cui vite sono ‘le conseguenze’ delle loro famiglie, del college che hanno frequentato e dove si sono conosciuti e della lotteria della leva che segna in modo indelebile quello che sarà il loro futuro. Nei continui flashbask il lettore entra in confidenza con quello che questi uomoni sono diventati, con la loro forza ma soprattutto con le loro fragilità. e sarà dunque durante questo 2° weekend a casa di uno di loro sull’isola di Matha’s Vineyard, dopo più di 30 anni dopo quello che aveva segnato in modo irreparabile le loro vite, che ci sarà una chiusura del cerchio. Tanti i temi trattati…è come se fosse un riassunto della storia d’America degli ultimi 50 anni. Una lettura molto piacevole ma che lascia tante porte aperte all’immaginazione e all’approfondimento. CONSIGLIATO!

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  7. E’ un libro che si legge tutto d’un fiato. Ha l’andamennto di un triller, si cerca di arrivare alla fine per riuscire a svelare il mistero che fin dalle prime pagine ti cattura. Sullo sfondo l’America con tutte le sue contraddizioni , una società opulenta, ma schiava di convenzioni e conservatrice . I personaggi si ritrovano a fare i conti con le loro scelte e con il destino che li ha riportati in quell’isola dove tutto è cominciato e dove tutto finisce.

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  8. Solitamente amo molto la narrativa americana e la sua ambientazione, e leggendo “Le conseguenze” si sente di essere in America dal paesaggio, dall’attaccamento alla storia e anche – e soprattutto – dalla caratterizzazione dei personaggi. Altra nota positiva è l’andamento circolare del racconto: tutto inizia e tutto ha fine nello stesso luogo, nella stessa casa, con (quasi) le stesse persone. Questo aspetto mi piace molto e quando è presente in un libro mi dà subito l’idea di una storia pensata e architettata nei minimi dettagli. Inoltre, c’è da dire che la lettura del romanzo è scorrevole, fluida. Anche la particolare divisione dei capitoli in base al personaggio è interessante, e molto anche, ma credo potesse essere sviluppata in modo diverso per raggiungere un risultato più ottimale ed omogeneo. Leggendo un po’ il romanzo infatti, si intuisce facilmente chi sa qualcosa riguardo la sparizione di Jacy. Inoltre – nonostante questa suddivisione sia molto gradevole – forse potrebbe risultare po’ frammentaria nel momento in cui si cerca di fare un quadro d’insieme della situazione.

    Ritengo comunque che la lettura sia stata abbastanza piacevole: questo è sicuramente un romanzo con delle potenzialità che però forse, a mio avviso, avrebbe potuto essere stato sviluppato con più forza e convinzione.

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  9. Ogni volta che compiamo una scelta essa ha delle conseguenze, negative o positive, per la nostra vita e quella degli altri.
    Partendo da questo assunto Richard Russo, già premio Pulitzer nel 2002 per il Il declino dell’impero Whiting compone un romanzo complesso, brillante e nonostante ciò dalla scrittura accattivante e scorrevole, ma mai piatta.
    Le Conseguenze ci dice che le nostre azioni ci responsabilizzano e che ciò che ci accade nella vita è dovuto anche alle nostre scelte, anche se dice Russo:
    “Al centro dell’identità americana c’è il mito che basti rimboccarsi le maniche e fare fortuna. In realtà però il destino è uno sgabello con tre gambe che sono il fato, la fortuna e il libero arbitrio. Troppe persone di successo fingono di credere che solo quest’ultimo elemento sia quello davvero importante… in realtà sono fin troppe le cose su cui non abbiamo alcun tipo di controllo e nessuna scelta e che contribuiscono a renderci ciò che siamo: la genetica, il colore della pelle, la classe, il posto in cui viviamo, fino alla stupida fortuna…”.

    • È un romanzo sulla “generazione Vietnam”, guerra che ha creato un trauma e divisioni mai superate.
    • È un romanzo sulla generazione che contestava e che si è ritrovata barricata nel culto del benessere e del successo.
    • È la storia sul sogno di tre ragazzi così diversi ma simili che si scontrano con la vita reale che li cambia (“Sono diversi. Sono sempre gli stessi”).
    • È un giallo ben costruito sulla scomparsa di una giovane ragazza, troppo libera e fuori dagli schemi, ma mai dimenticata.
    • È una critica alla società americana, a cosa è diventata, rivelando uno spaccato di quanto si vede oggi.
    • È una dichiarazione d’amore per la propria integrità e la propria innocenza perdute, scomparsa che sigla la fine dell’amicizia:
    “Erano entrati in quella stanza (dei camerieri di casa Theta all’esclusivo college Minerva) che erano tutti sulla stessa grande, chiassosa barca, e se n’erano andati da soli e in silenzio”.

    Russo dipana con sapienza, piano piano, una trama che sembra l’allegoria dell’ingresso nella vita adulta, dell’amicizia che si rivela illusoria e della fine della spensieratezza in cui tutto è possibile.
    È un bel libro, ambizioso e riuscito, anche se profondamente legato ad una particolare generazione che lo rende un po’ sfuocato e per questo non sempre si possono capire i personaggi… Jacy, ad esempio, sembra più una figura simbolica che un personaggio reale.

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  10. Nel dicembre 1969 il Governo degli Stati Uniti, spinto dall’urgenza di inviare più soldati in Vietnam, utilizza per la prima volta un sorteggio “imparziale” che avrebbe determinato quali soldati di leva mandare al fronte.
    A mio parere, questo episodio, narrato in “Le Conseguenze” di Richard Russo, è il cardine di tutto il romanzo. Il titolo originale “Chances Are…” sottolinea quanto l’autore voglia soffermarsi a meditare sulle possibilità che la vita ci riserva, sulla probabilità che si verifichino e sulle loro eventuali conseguenze.
    Dato che l’autore è stato uno di quei ragazzi rimasto con il fiato sospeso, mentre il bussolotto girava e decideva, in diretta televisiva, della loro sorte, ritengo che non sia casuale la scelta di narrare quei momenti attraverso gli occhi dei tre protagonisti per poi seguirne gli sviluppi negli anni a venire.
    C’è, senza dubbio, un po’ di Richard Russo in Teddy, Lincoln e Mickey e anche una buona parte della sua esperienza di vita. Vita trascorsa a osservare e descrivere la società americana, sempre alle prese con la tradizione ereditata dai padri e il bisogno di emanciparsi e con la ricerca dell’equilibrio fra libero arbitrio e predestinazione. Sempre con il senso del dovere verso un paese che conserva troppe fratture sociali. Fratture che, invece di saldarsi, in questi ultimi anni si stanno allargando sempre più.

    Romanzo di amore e di amicizia, in cui i personaggi maschili, meglio strutturati, dominano la scena, “Le Conseguenze” di Richard Russo può, senza dubbio, interessare il lettore italiano, sia per l’universalità dei temi trattati, sia perché aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione della storia e della società americana.

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  11. La prima lotteria di leva per il Vietnam del dicembre 1969 e la scomparsa di Jacy, compagna di studi, sono gli episodi che segnano profondamente le vite di tre uomini, amici dai tempi del college. Da questi presupposti si dipana la vicenda a tinte gialle narrata da Russo, abilissimo nel tratteggiare i personaggi e a raccontare la storia, attraverso i pensieri di due di loro, in un continuo alternarsi di passato e presente. È un libro che cattura il lettore pagina dopo pagina e, mentre ci si avvicina pian piano alla verità circa la fine di Jacy, siamo chiamati a riflettere su diversi temi: il destino, il caso, la fortuna, le conseguenze derivanti dalle nostre scelte e, naturalmente, l’amicizia. Un romanzo davvero valido e di piacevole lettura da consigliare e regalare.

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  12. Un inizio un po’ lento per quello che parrebbe un racconto struggente sul tempo perduto, la giovinezza, l’amicizia, gli entusiasmi e le turbolenze della contestazione degli anni ’70, il dramma del Vietnam. Lincoln, Teddy e Mickey, ormai sessantenni, si ritrovano a Chilmark, sull’isola di Martha’s Vineyard, a ricordare un mitico week end di quarant’anni prima, appena laureati.
    Via via, però, l’atmosfera cambia, si fa più inquieta, assumendo il ritmo e l’intensità del thriller psicologico. Lo scavo del passato e il progressivo svelamento di verità ignorate, nascoste o non dette, mette i tre di fronte alla pena e allo smarrimento di non conoscere interamente quello che si è vissuto e quelli con cui si è vissuto, neppure i più intimi o familiari. Non solo, ma li porta a fare i conti con la verità su se stessi e i propri autoinganni. Alla fine nessuno si può sentire completamente innocente, ma neppure così colpevole: prevale piuttosto la malinconica e affettuosa consapevolezza della fragilità, dell’impotenza dolorosa, dell’imperfezione di cui son fatte le nostre vite. Tutte
    Richard Russo racconta con fluidità, gradevolezza e indubbia abilità, anche se un ritmo più stringente e asciutto avrebbe, forse, giovato. I personaggi sono onesti e coinvolgenti, salvo la figura di Jacy, motore intorno a cui girano le vite dei tre amici, eppure un po’ sfuocata e lontana, non sempre convincente nel suo accumulo di ribellioni e contraddizioni. La narrazione, costruita a tasselli successivi, articolata dalle voci e la memoria dei tre amici, alla fine, tiene, emoziona e trascina efficacemente, rinunciando, per fortuna, a colpi di teatro ed enfasi drammatiche.
    Disappunto personale: la mancanza di empatia, a dispetto della consonanza anagrafica, per gli anni ’70 americani, come qui raccontati da Russo; quell’esperienza cruciale, in Europa fu generalmente vissuta in modo diverso, per molte ragioni. Diverso anche l’approccio all’indagine psicologica, distante dallo scavo e dalle sottigliezze europee, libera e pragmatica, come lo è spesso l’anima americana.

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  13. Richard Russo, che in questo libro, a mio dire, attinge dalle esperienze da lui vissute realmente, sfiorando molteplici temi quali la complessità dell’amicizia maschile, le classi sociali, l’invecchiamento, i rapporti genitori-figli, le malattie, la guerra del Vietnam (estrazione per la leva effettuata in diretta TV), l’alcol, la politica (Nixon, Kennedy, Clinton, Obama, Trump), gli scrittori, la violenza, gli insegnanti, le dottrine religiose, la famiglia, gli immigrati, le droghe e la musica dell’epoca (Doors, CCR, Johnny Mathis con la sua canzone Chances Are, dalla quale Russo ha preso spunto per il titolo originale del libro).
    Con la sua scrittura raffinata e correlata da un sottile umorismo l’autore (vincitore del Premio Pulitzer 2002) riesce a creare dei personaggi stereotipati e a dargli un forte senso di immagine reale.
    Riportandoci a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, aprendo una finestra un po’ malinconica su un’epoca passata, descrive, dal punto di vista di ciascuno dei tre personaggi maschili, le loro storie con le loro stranezze, le loro vite con la loro ordinarietà quotidiana e le loro famiglie con le loro eccentricità.
    Ci rivela i loro segreti, mentre pian pianino prende piede un’altra storia misteriosa legata ad essi e ad una ragazza, della quale sono tutti e tre innamorati.
    Ironizzando sull’invecchiamento, li ritroviamo, 44 anni dopo, sessantenni a Martha’s Vineyard. L’incontro fra i tre amici, che sentono ancora vivi i legami della vecchia amicizia nonostante le loro personalità diverse (Teddy un introverso professore-editore, Lincoln un ammogliato agente immobiliare, Mickey un musicista rock renitente alla leva) e la visita a quei luoghi pieni di ricordi, fa emergere la sopita voglia di conoscere la verità, facendo riaccendere anche in Joe Coffin, l’ex capo della polizia del posto, l’interesse per il caso mai risolto.
    Jacy, la ragazza spensierata e spregiudicata (della quale si sa poco e niente se non che non indossa il reggiseno), è rimasta sull’isola? E’ stata uccisa per un amore non corrisposto? Per essersi negata al guidatore dopo aver fatto l’autostop? Per aver rifiutato le avances di Troyer, il violento vicino di casa?
    Solo verso il finale Russo ci svela la verità.

    Mentre leggo, cerco sul Web Susie Q dei CCR. All’ascolto delle prime note m’immergo nei loro indimenticabili suoni e la loro incredibile ed inconfondibile chitarra mi riporta in un battibaleno alla mia adolescenza e a quel contesto storico-culturale, contribuendo, per me lettrice europea, a far diventare la lettura più coinvolgente.
    Chiudo il libro e penso che uno dei compiti degli scrittori è il non far dimenticare.
    Bravo Russo, il compito è stato svolto egregiamente!

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  14. “Le conseguenze” ha raccolto nel nostro gruppo commenti unanimemente positivi, ma come accade per i romanzi riusciti ognuno vi ha riconosciuto temi e caratteristiche differenti, tutti di forte impatto: in comune, senz’altro una scrittura scorrevole ma limpida e mai scontata, una struttura a più voci alternate, e il filo giallo che collega le tante storie e sotto-storie presenti mantenendo viva la tensione fino alla fine – una tensione non fine a se stessa, ma piuttosto uno strumento per dare ritmo e compattezza alla narrazione. Tra i tanti elementi che si potrebbero citare, uno che colpisce in modo particolare è il racconto, attraverso uno sguardo maschile (lucido, consapevole e rassegnato), della violenza domestica verso una donna: toccante e rivelatore proprio perché scavalca lo schema ovvio vittima/aggressore, consentendoci di vedere con chiarezza, per un momento, ciò che accade “prima” e “dietro” fatti terribili che popolano troppo spesso le cronache giornalistiche.

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